La chiesa di Santa Maria delle Grazie sorge ancora una volta in prossimità dell’antico tracciato della Via Flaminia. La struttura attuale, che risale alla fine del '400 fu realizzata, sfruttando un preesistente edificio come suggeriscono numerosi materiali architettonici del 1200, riutilizzati nella costruzione attuale. La facciata attuale che si affaccia sull’antico tracciato della Via Flaminia, mostra una struttura rettangolare, in pietre di varie dimensioni, con un raffinato oculo ed un campanile a vela. L'interno, ad una sola navata, presenta sull'altare la Madonna con il Bambino fra angeli, opera di un maestro anonimo chiamato Maestro dell'Incoronazione della prima metà del XV sec., nella tribuna, invece sono conservati interessanti affreschi di scuola umbra della prima meta del '500: l'Adorazione dei Magi, l'Annunciazione, Cristo fra gli Apostoli, la Morte della Madonna, S. Francesco e altri Santi. Era conservata qui, inoltre, una preziosa statua lignea di Sant'Antonio Abate, risalente al 1484; la statua è stata restaurata e si trova oggi nella Chiesa di San Felice.
Curiosità: Il culto di S. Antonio Abate è molto diffuso in Umbria, soprattutto in zone a vocazione agricola, come l’area di Massa Martana. Secondo fonti agiografiche, Sant’Antonio, nacque a Coma in Egitto, intorno al 251, da ricchi agricoltori cristiani. E’ considerato un eremita tra i più rigorosi nella storia del Cristianesimo antico: malgrado appartenesse ad una famiglia piuttosto agiata, mostrò sin da giovane poco interesse per le lusinghe e per il lusso della vita mondana: alle feste ed ai banchetti infatti preferiva il lavoro e la meditazione e alla morte dei genitori distribuì tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò nel deserto e li cominciò la sua vita di penitente. Compiuta la sua scelta di vivere come eremita, trascorse molti anni vivendo in un'antica tomba scavata nella roccia, lottando contro le tentazioni del demonio, che molto spesso gli appariva per mostrargli quello che avrebbe potuto fare se foste rimasto nel mondo. A volte il diavolo si mostrava sotto forma di bestia feroce - soprattutto di porco - allo scopo di spaventarlo, ma a queste provocazioni Antonio rispondeva con digiuni e penitenze di ogni genere, riuscendo sempre a trionfare. Ecco perché lo troviamo spesso raffigurato con un maialino. Malgrado conducesse una vita dura e piena di privazioni, Antonio fu molto longevo: la morte lo colse infatti all'età di 105 anni, il 17 Gennaio del 355, nel suo eremo sul monte Qolzoum. I riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di S. Antonio sono antichissimi e legati strettamente alla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio "santo" del popolo. Egli è considerato il protettore contro le epidemie di certe malattie, sia dell'uomo, sia degli animali. E' stato invocato come protettore del bestiame e la sua effigie era collocata sulla porta delle stalle, molti esempi di questa pratica si trovano anche nella zona di Massa Martana. Il Santo è invocato anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota come "fuoco di Sant'Antonio" o "fuoco sacro".