Raggiungibile solo con percorsi a piedi, a dominio dei Monti Martani, si trova l’antica Chiesa di San Pietro in Monte. Fu edificata dai dai benedettini nel 1000, e purtroppo soppressa alla fine del secolo XIV. Aveva giurisdizione su un ampio territorio e alle dipendenze del suo abate vi erano anche le chiese di Sant'Ippolito di Castelvecchio e di Sant'Ilario di Todi. Il suo ricco e prezioso archivio dopo la soppressione è stato spostato presso l'Archivio della Cattedrale di Spoleto. Come la maggior parte degli edifici cristiani, anche la Chiesa di San Pietro fu costruita su resti di una struttura romana, presumibilmente un tempio dedicato a Marte, particolarmente venerato in questa zona, tanto da dare il nome ai Monti Martani e al territorio e al Vicus Martis.
Tale ipotesi è avvalorata anche dal ritrovamento di alcuni reperti tra cui un cippo con iscrizione romana (usato per sostenere la mensa d'altare della chiesa, conservato nella cappella privata attigua all'edificio abbaziale). Dalla radura antistante l’edificio si ha un vista a volo d’uccello sulla Valle del Tevere, e si riescono a dominare alcune cime dei Monti Martani.
Curiosità: Greci e Romani delinearono in maniera differente la figura del dio della guerra: se per i primi Ares era una divinità irrazionale e sanguinaria alla quale non tributarono particolare considerazione, per gli altri, che lo chiamarono Marte, era secondo solo al re dell’Olimpo. In realtà il suo culto era già ampiamente diffuso presso le popolazioni italiche, che lo consideravano il dio della natura e della fertilità ma anche del tuono e della pioggia. Secondo il racconto mitologico, Giunone, in cerca di rivalsa sul marito Giove che da solo aveva concepito Minerva,per non essere da meno, si rivolse a Flora. La dea delle fioriture e della primavera le indicò un fiore speciale che, al solo contatto, le permise di generare Marte, poi allevato da Priapo all’arte della guerra. Quando Roma decise di ampliare i propri confini, promuovendo quella serie di campagne militari che progressivamente la trasformarono in un impero di vastissime dimensioni,Marte fu associato esclusivamente alla guerra. Padre del popolo romano, dalla sua unione con Rea Silvia, nacquero infatti Romolo e Remo, i fondatori della città. Il primo mese del calendario arcaico, marzo, prendeva da lui nome e a Marte erano dedicate le principali feste.
Dal punto di vista iconografico, il dio della guerra è stato sempre rappresentato come un uomo vigoroso, dall'aspetto virile, talvolta con la barba, dotato di elmo e scudo, lancia e spada, raramente con un'armatura completa.